Buddismo Indice Generale

Glossario
Significato di alcuni termini usati nei testi buddhisti.

A B C D E F G H I J K L M N P R S T V W Y Z

Abhidharma (pali Abhidhamma)
L’insegnamento più alto, uno dei tre canestri o pitaka del Canone buddhista.

Aikido
arte marziale giapponese. Letteralmente: aika armonia con il sistema cosmico e do via.

Amida
termine giapponese per il Buddha Amithaba, Buddha dell’incommensurabile splendore luminoso, incarnazione caratterizzata da spiritualità compassionevole, che rinuncia al nirvana affinchè tutti gli uomini possano accedere al suo paradiso.
E’ venerato soprattutto in Giappone, dove le pratiche devozionali in suo onore hanno ispirato largamente le arti figurative e l’innologia, che si è espressa in canti detti wasan.

Amitha, Amitabha
V. Amida

An
l’agio, la tranquillità.

Ango
periodo che va dai 90 ai 100 giorni di ritiro estivo spirituale nei monasteri.

Angya
pellegrinaggio da parte di un discepolo Zen, che ha terminato la prima fase di addestramento e si reca presso un importante monastero a trovare un maestro per proseguire nell’apprendimento.

Anatman (anatta)
teoria del non sé, della non esistenza di un’anima eterna indipendente dal corpo

Anitra (pali anicca)
dottrina dell’impermanenza, una delle caratteristiche fondamentali dell’esistente

Arhat
o Arahat. Era il titolo dato originariamente alle persone di grandi ottenimenti spirituali. Nel Buddhismo antico designava chi aveva eliminato tutte le contaminazioni, colui che aveva  raggiunto lo stato di santo e non aveva altro da imparare.

Atman
il sé o anima individuale per le filosofe indiane. Per il buddhismo non è possibile ritrovare tale realtà ultima ed eterna (dottrina dell’anatman)

Avalokitesvara
nome sanscrito del Bodhisattva della compassione.

Bhikkhu
monaco mendicante che vive di elemosine. Al femminile si trova bhikkhuni

Bodai
termine giapponese che equivale al sanscrito bodhi, l’illuminazione del Buddha.

Bodai shin
in sanscrito bodhicitta, lo spirito del risveglio, la mente del Buddha, la saggezza intrinseca.

Bodhicitta
(Lett.: "Mente illuminata"). Desiderio di raggiungere l'illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri.

Bodhidharma
termine sanscrito, in giapponese Bodhai-Daruma o Daruma, morto nel 532 fu il ventottesimo patriarca indiano, che si recò in Cina diventando il primo patriarca cinese del Buddhismo Ch’an, il ‘Buddhismo della meditazione’. Dalla scuola del Ch’an deriva direttamente lo Zen giapponese. Secondo la tradizione praticò la meditazione, dopo aver superato i sessant’anni, fissando un muro per nove anni nel monastero Shao-lin, nel nord della Cina. Per non dormire dovette tagliarsi le palpebre. Per questo è rappresentato con lo sguardo che incute terrore.

Bodhisattva
un essere che è sulla via della liberazione ma deliberatamente postpone la sua entrata nel Nirvana facendo voto di aiutare tutti gli altri esseri a raggiungere la liberazione. E’ una figura maggiormente presente nella tradizione Mahayana. Anche il Buddha nelle vite precedenti è stato un bodhisattva.

Bonsho
grande campana in bronzo collocata fuori dal dojo, non presente nei templi di città.

Bosatsu
Bodhisattva in giapponese.

Bosatsu kai
i precetti del Bodhisattva (giapp.)

Buddha
appellativo che significa "Risvegliato” alla vera realtà delle cose. Si riferisce allo stato di illuminazione e visione che è stato raggiunto nella nostra epoca da Shakyamuni sotto l’albero della bodhi, uno stato che tutti posso conseguire.

Buddhadharma
termine sanscrito, in giapponese buppo, la natura di Buddha, si riferisce specificamente agli insegnamenti di Shakyamuni, ma in senso lato, alla realtà della vita come la si sperimenta dal punto di vista del satori.

Buddhismo
dottrina del Buddha, termine usato in Francia a partire dal XIX secolo.

Buddhista
uno che segue gli insegnamenti di Gautama Buddha

Buddità
verità fondamentale; la vera natura di tutti gli esseri.

Bukkyo
Buddhismo in giapponese.

Bushido
la Via del guerriero o Samurai.

Bushin in
sigillo della mente del Buddha, segno di corretta trasmissione.

Butsu
Buddha.

Butsudo
la Via del Buddha. Talvolta si riferisce agli insegnamenti del Buddha e talvolta al sentiero o pratica che conduce all’illuminazione o la incarna.

Butsuden
uno degli edifici o grandi sale in cui è conservata la statua di un Buddha o Bodhisattva.

Butsugyo
opera del Buddha.

Ch’an
termine cinese che significa meditazione. E’ l’equivalente del Dhyana sanscrito e dello Zen giapponese.

Chanoyu
cerimonia del té giapponese, divenuta il veicolo della conservazione della teoria estetica Zen.

Choka
antica forma poetica giapponese, più lunga dell’haiku.

Citta
termine sanscrito, in giapponese shin, che significa mente-cuore.

Daruma
v. Bodhidharma.

Dharma (pali Damma)
termine sanscrito che designa gli insegnamenti del Buddha Shakyamuni; Verità; la dottrina buddhista; legge universale.I ‘dharma’ al plurale indicano i fenomeni, gli elementi costitutivi dell’esistenza. E' il secondo dei Tre gioielli in cui il buddhista prende rifugio, è uno strumento per la liberazione.

Dharmakaya
termine sanscrito, in giapponese hosshin.
Può avere vari significati a seconda del contesto:
- insieme delle verità insegnate dal Buddha.
- insieme di tutti i Sutra,
- insieme delle qualità del Buddha.
- la vera natura delle cose, vista privi di ogni illusione.
- l’assoluto al di là delle discriminazioni,
- la realtà inesprimibile e la realtà trascendente,
- l’unità del Buddha con tutti gli esseri.

Dhyana
termine sanscrito, letteralmente ‘concentrazione della coscienza, assorbimento meditativo’, che significa meditazione, in cinese Ch’an, in giapponese Zen.

Do
termine giapponese che traduce l’ideogramma cinese tao ‘Via’ e indica il percorso del Buddha verso l’illuminazione.‘Do’ al plurale sono le arti giapponesi improntate allo spirito dello Zen come shodo, kendo, judo, chado.

Dogen Kigen
fondatore della scuola Soto del Buddhismo Zen in Giappone, originario di Kyoto, visse dal 1200 al 1253. Dopo nove anni di studio sotto la scuola Rinzai, si recò in Cina dal 1223 al 1227 dove studiò con T’ien-t’ung Ju-ching, in giapponese Tendo Nyojo, appartenente al lignaggio Zen Soto, diventandone il successore. Nel 1244 fondò in Giappone, nella prefettura Fukui, l’odierno Eihei-ji monastero sede principale della setta Soto. Famosa è la sua raccolta di scritti sul Dharma, lo Shoboghenzo.

Dojo
luogo della pratica della Via in ogni suo aspetto non solo quello della meditazione.

Dokusan
nella scuola Zen Soto colloquio individuale tra lo studente e il roshi. Serve per verificare e stimolare la comprensione dello studente e per consultare il maestro su qualunque problema sorga nella pratica. Nella scuola Zen Rinzai prende il nome di Sanzen.

Doshin
la mente che aspira all’illuminazione perfetta e si sforza di realizzarla. L’aspirazione ad approfondire e perfezionare la propria vita.

Duhkha (pali dukkha)
la malattia, la sofferenza, la natura insoddisfacente della vita. La prima delle quattro nobili verità.  Designa la condizione del dolore. E’ causata dal desiderio che caratterizza la vita di tutti gli esseri e che se estirpato rimuove la condizione di sofferenza.

Echo
cerimonia Zen dei sutra del mattino.

Eisai
1141-1215 maestro buddhista giapponese che nel 1202 fondò la setta Zen Rinzai.

Enso
termine giapponese che significa il cerchio. Nell’iconografia Zen rappresenta l’Assoluto e va realizzato con una sola pennellata al culmine di una lunga meditazione.

Fukan Zazengi
letteralmente ‘diffusione universale dei principi di zazen’. Breve testo in cinese scritto da Dogen intorno al 1228 al suo ritorno a Kyoto dal viaggio in Cina, nell’era Koraku. Dogen stesso scrisse a proposito di questo trattato sull’insegnamento di zazen: “Scrivo queste parole in sostituzione di ciò che è comunicato nella trasmissione diretta I shin den shin, da cuore a cuore.

 

 

Gassho
posizione dei palmi delle mani uniti insieme. Gesto di rispetto o devozione che simboleggia l’unità dell’essere.

Gelug
Una delle quattro scuole principali del Buddismo tibetano. Fu fondata nel XIV secolo da Tsong Khapa e il Dalai Lama ne è la guida spirituale.

Gi
raccolta di scritti, antologia, testo.

Goin
v. karma.

Gompa
termine tibetano per indicare la sala di meditazione.

Gautama
nome del Buddha storico Shakyamuni (v.) chiamato anche Siddharta o Siddhartha.

Hara
termine giapponese che indica la zona della parte inferiore dell’addome che costituisce il centro di gravità del corpo umano.  Nello zazen diventa un centro di consapevolezza.

Hinayana
Veicolo o sentiero di pratica buddhista, basato sulla meditazione e sulla recitazione di sutra, in grado di condurre alla illuminazione nell'arco di più esistenze.

Haikai
antico nome della forma poetica giapponese oggi nota come haiku.

Haiku
breve componimento poetico giapponese consistente di 17 sillabe su tre righi così ripartite: 5, 7, 5.

Han
tavola di legno, che spesso contiene una scritta intagliata, appesa all’ingresso dello zendo, che viene colpita per indicare l’inizio di un periodo di zazen.

Hannya
termine giapponese v. prajna.

Hasshodo
ottuplice sentiero.

Hensan
pellegrinaggio per visitare i maestri.

Hinayana
dal termine sanscrito che significa ‘piccolo veicolo’, indica l’antico Buddhismo indiano, la sua forma primigenia, e viene contrapposto generalmente al Mahayana, ‘grande veicolo’. E’ strettamente legato fin dalle origini all’ordine monastico, che si considera depositario dell’ortodossia buddhista. L’adepto dell’Hinayana si applica alla salvezza di se stesso mediante la disciplina e la meditazione contemplativa, il suo fine consiste infatti nel pervenire il più rapidamente posssibile alla salvezza individuale, raggiungendo la condizione del santo perfetto, Arhat. E’ diffuso sopratutto nell’Asia meridionale: Birmania, Sri Lanka, Cambogia, Laos e Thailandia.  Il Theravada è la forma più diffusa di questa corrente del Buddhismo.

Hishiryo
ciò che non può essere pensato, la coscienza che non si aggrappa al pensiero o al non-pensiero, pensare senza pensare. Nello Zen indica la condizione di satori, illuminazione, che può essere sperimentata, ma non concepita razionalmente.

Ho
termine giapponese per Dharma.

Hoka
oceano del Dharma.

Hokke shu
scuola buddhista del Sutra del Loto.

Hosshin
v. dharmakaya.

In
l’unità.

In kin
piccola campana in bronzo liscio, fissata su un manico di legno laccato che, battuta con un’asta di metallo, annuncia l’inizio e il termine di una fase della meditazione nei monasteri Zen.

Jaku
la realizzazione.

Joriki
forza della mente.

Joshin
vera sincerità.

Ju, Juko
termine giapponese che significa ‘elogio’ e indica una sentenza in forma poetica usata dai maestri Zen in aggiunta alla spegazione di un koan, per favorirne la comprensione.

Judo
arte marziale il cui nome significa vincere la forza con la flessibilità, con la potenza della dolcezza. Letteralmente do ‘Via’  ju ‘della cedevolezza’.

Jukai
cerimonia in cui si ricevono i precetti, i voti. La persona che li riceve diventa formalmente buddhista e prende un nome di Dharma.

Jataka
le storie delle vite precedenti del Buddha

Jugyu-zu
termine giapponese indicante una raffigurazione molto popolare nell’iconografia Zen. Essa consiste in dieci, a volte otto o cinque, immagini di un bue o di un bufalo indiano che rappresentano i vari gradini o livelli che il seguace Zen deve salire per pervenire alla condizione dell’illuminato.

Jujukai
termine giapponese che indica i dieci precetti fondamentali che un seguace del buddhismo Mahayana deve seguire al fine di favorire il processo del risveglio e dell’illuminazione.

Kagyu
Scuola portata in Tibet da Marpa il traduttore (1012-1097 d.C.) e della quale S.S. il Karmapa ne è il capo spirituale. È detta anche “Il lignaggio della pratica” o “Il lignaggio delle istruzioni orali”.

Kai
termine giapponese che designa i precetti, insegnamenti buddhisti che indicano il comportamento. Si possono intendere in modo letterale, come indicazioni etiche o, in senso più vasto, come aspetti o qualità della realtà.

Kaizan
termine giapponese per fondatore di un tempio o di una setta.

Kannon
o Kanzeon nome giapponese del Bodhisattva della compassione.

Kanzeon
v. Kannon.

Karma (pali kamma)
in cinese yen-yin, in giapponese go-in, letteralmente azione. Legge di causalità per la quale ogni effetto ha una causa. Nella sfera umana le nostre azioni determinano la qualità della nostra vita e influenzano la vita degli altri. Nel contesto di reincarnazione ogni azione di tutte le vite precedenti avrà conseguenze sulla vita futura e comunque ogni azione nella vita presente ha un’eco sulla vita presente, passata e futura. Azioni volontarie che influenzano con i loro effetti il processo di vita e rinascita.

Kei
la purezza.

Kendo
Via della spada, scherma giapponese, è un’arte strettamente legata alla pratica Zen.

Kensho
letteralmente ‘vedere nella propria natura’. Termine giapponese usato nello Zen come sinonimo di satori, illuminazione. Si tratta di una esperienza di illuminazione, non di quella totale.

Kesa
la veste indossata dal monaco sopra le altre. In Giappone il kesa è portato sopra la spalla sinistra e sotto la destra: tale veste indica che il monaco è un seguace di Shakyamuni Buddha.

Kin hin
meditazione camminata a periodi di cinque o dieci minuti tra due sedute di zazen.

Koan
un’affermazione, una domanda, un aneddoto o un dialogo impossibile da capire o risolvere logicamente usato nello Zen Rinzai per pervenire all’illuminazione. ‘Questione Zen’ senza sbocco razionale atta a creare la massima tensione mentale e psichica in chi si impegna a risolverla.

Kohdo
la via dell’incenso o l’arte della cerimonia dell’incenso.

Koicha
tè verde in polvere usato durante la cerimonia del té.

Kontin
stato di torpore, di sonnolenza, durante zazen.

Ku
termine giapponese per vacuità, vuoto, in sanscrito shunyata.

Kusen
insegnamento orale del maestro ai discepoli nello Zendo durante zazen.

Kwan Yin
o Guanshiyin nome cinese del Bodhisattva della compassione.

Kwoon
termine cinese v.dojo.

Kyudo
l’arte del tiro con l’arco.

Lin-chi
v. Rinzai.

Mahamudra
Grande Sigillo, si riferisce a ciò che sigilla o marchia ogni fenomeno, la Vacuità che è la natura ultima di tutto ciò che è manifesto e che è percepito dalla mente. Mahamudra è anche il termine per indicare gli insegnamenti sulla Natura Ultima della Mente
Consapevolezza ininterrotta: quando colui che vede, la cosa vista e l'atto del vedere fanno parte di una unione indissolubile.

Mahayana
Il grande veicolo per la salvezza, un nome che include varie scuole buddiste sorte nel nord dell’India tra il I secolo a.C. e il I d.C. tra cui lo Zen e che dichiarano di offrire una maggiore possibilità di illuminazione e salvezza, in contrasto con le scuole più antiche chiamate in senso negativo Hinayana o Piccolo veicolo.

Maitreya
il Buddha del futuro, l’ultimo Buddha che apparirà sulla terra convertendo tutti gli uomini e i demoni stessi, uniti nel raggiungimento del nirvana. Viene raffigurato con i piedi appoggiati al suolo, sempre pronto a manifestarsi sulla terra quando sarà il momento della sua venuta. Presenta spesso un’acconciatura a forma di stupa e in una mano una boccetta di amrita, ambrosia, simbolo della sua vita in paradiso e nell’altra un fiore di loto, simbolo di autocreazione.

Mandala
Struttura simbolica del cosmo che viene usata come base per la meditazione. Ripropone la visione di un palazzo vista dall’alto con quattro entrate e un serie di piani.

Manjushri
termine sancrito, in giapponese Monju, il Bodhisattva della saggezza. Il suo scopo è quello di combattere l’ignoranza, per questo è spesso raffigurato in groppa a un leone in atto di brandire una spada che recide i veli dell’illusione, con un testo sacro tra due fiori di loto posti all’altezza della testa. Manjushri è anche rappresentato nella forma furiosa e delirante di Yamantaka, dio dalla testa taurina, che ha il compito di uccidere il signore della morte.Specialmente riverito nella scuola Zen, è la figura principale posta sull’altare dello zendo.

Mantra
Termine sanscrito che nella sua traduzione letterale significa protezione della mente.
Si riferisce alla pronuncia, da parte del meditante, di sillabe sacre che hanno lo scopo di focalizzare l’attenzione sulla pratica e di sviluppare le qualità positive della meditazione.
Indicava originariamente un inno appartenente ai Veda, i sacri testi induisti, recitato dai sacerdoti in particolari occasioni.
In seguito prese a designare la parte di un testo che un guru, maestro, affidava al suo discepolo ai fini della meditazione, poi indicò un consiglio offerto da un brahamano, sacerdote induista, a coloro che lo richiedevano e, infine, nel senso attuale, mantra indica una formula, una sillaba o una sequenza di sillabe da ripetersi indefinitivamente.

Meditazione
pratica di calmare la mente e cercare di sperimentare la vera natura delle cose. Possono essere indicate diverse pratiche o di contemplazione o di visione profonda.

Mokugyo
tamburo in legno in origine a forma di pesce, oggi sferico, che accompagna nello zendo la recita dei sutra. Dotato di un batacchio in legno foderato di stoffa è appoggiato su un cuscino.

Mondo
mon: domanda, do: risposta; forma di dialogo soprattutto usata tra maestro e discepolo.

Mu
termine giapponese espresso anche con ‘muji’. Il carattere ‘mu’ è un prefisso negativo che lo Zen usa per indicare direttamente la realtà senza contenuto semantico. Designa il concetto di nulla, di vuoto. Il mu viene usato spesso come primo koan che un discepolo riceve dal proprio maestro. Mu è spesso usato come sinonimo di vacuità.

Mudra
posizione delle mani e delle dita con una rilevante valenza simbolica.

Mumonkan
‘la porta senza porta’, raccolta di quarantotto koan composta da Mumon Enkai, 1183-1260.

Nirmanakaya
il corpo di manifestazione del Buddha che si vede sulla terra.

Nirvana
Stato di illuminazione in cui ogni forma di sofferenza emotiva e conflittuale cessa definitivamente. Il termine è sanscrito, in giapponese nehan.
Il significato originario è: estinguere o spegnere per mancanza di combustibile e implica il totale esaurimento dell’ignoranza e della brama: in tale condizione dello spirito si contempla la vuotezza dell’essere.
Indica anche lo stato di profonda illuminazione raggiunto dal Buddha Shakyamuni.

Niwa-zume
termine giapponese che significa essere lasciati nel cortile e indica il periodo in cui un aspirante Zen, che intende essere accolto in un monastero, deve attendere fuori dal portone. Dopo un primo rifiuto oppostogli, se non desisterà ed attenderà anche alcuni giorni, potrà essere accolto nella comunità monastica.

No
forma del teatro giapponese sviluppatasi attorno al XV secolo d.C. che riflette gli ideali Zen e che ebbe il maggior splendore durante l’epoca Ashikaga.

Nyingma
È il più antico dei quattro principali lignaggi del Buddismo Tibetano, portato in Tibet nell’VIII secolo d.C. dal grande maestro indiano Padmasambava, conosciuto anche come Guru Rimpoce.

Nyo-rai
v. Tathagata.

Pali
lingua indoeuropea in cui è stato per la prima volta scritto il Canone buddhista nel I sec. D.C. a Sri Lanka. E’ l’unico Canone completo che ci rimane.

Paramita
nome generico sanscrito per indicare le dodici perfezioni o virtù buddhiste. Sono l’espressione naturale della mente illuminata, la mente della meditazione. Letteralmente andato sull’altra sponda.

Patriarca
in cinese tsu-shih, fondatore di una setta o scuola buddhista o successore ufficiale dello stesso. Strettamente parlando, il titolo spetta ai primi trentaquattro successori del Buddha Shakyamuni, passando per il sesto patriarca Hui-neng, in giapponese Eno, 638-713.

Prajna
termine sanscrito, in giapponese hannya, saggezza illuminata, saggezza che trascende il dualismo soggetto-oggetto.

Prajna paramita
saggezza suprema.

Rinzai
scuola Zen cinese fondata dal maestro Lin-chi, in giapponese Rinzai, che visse dall’854 nel monastero omonimo a Hopei nella Cina del nord e morì nel 867. La sua dottrina venne introdotta in Giappone dal maestro Eisai all’inizio del XIII. La scuola Zen Rinzai appartiene alla corrente del buddhismo Mahayana e persegue il ‘kanna-zen’, lo Zen della meditazione sulle parole, basato sullo studio dei koan per raggiungere un’illuminazione immediata.

Ro
numero di anni di formazione trascorsi in un monastero.

Rohatsu
giorno sacro per i seguaci Zen in cui viene commemorata l’illuminazione del Buddha Gautama sotto l’albero della bodhi, nel calendario occidentale corrisponde all’ 8 dicembre.

Roji
ovvero ‘sentiero rugiadoso’, è la serie dei passi che conducono alla stanza o casa da té in fondo all’apposito giardino.

Roshi
termine giapponese per indicare un maestro o insegnante Zen appartenente alla linea di trasmissione e considerato illuminato. Letteralmente: ‘anziano maestro’.

Rupa
la forma del corpo, la materia.

Rupakaya
esistenza corporea.

Sadhana
Testo rituale tantrico che implica una pratica meditativa con preghiere, recitazioni di mantra e visualizzazioni.

Sakya
Scuola risalente a Brog-mi Lo-tsâ-ba (992-1072), studioso e traduttore di importanti testi sacri in Nepal e in India.

Samadhi
termine sanscrito che significa ‘unione’, nello Zen giapponese ‘zammai’, che indica nella meditazione la condizione di coscienza in cui si verifica un’assoluta coincidenza tra pensiero e oggetto del pensiero, pertanto un’unione mistica del soggetto con l’Assoluto. Con questo concetto si intende una condizione spirituale in cui il cuore si concentra esclusivamente su un punto e grazie a ciò raggiunge la quiete perfetta.

Samatha
è la pratica dell’attenzione su un oggetto, ed è il punto di partenza comune per vari tipi di meditazione buddista.

Sambhogakaya
secondo dei tre aspetti o corpi della natura di Buddha, indica la manifestazione dei poteri nati dalla perfetta illuminazione da parte del Buddha.

Sambo
termine giapponese per indicare i tre gioielli, le tre preziosità: il Buddha, il dharma, il sangha.

Samskara
uno dei cinque aggregati che compongono l’uomo e che corrisponde alle strutture mentali.

Samsara
il ciclo dell’esistenza.

Samu
termine giapponese che designa il lavoro manuale svolto quotidianamente nei monasteri Zen, zazen-lavoro. Considerato come un’attività meditativa fa parte della disciplina e della formazione del discepolo. Il samu all’interno dei monasteri venne regolato dal maestro cinese Pai-Chang IX secolo d.C.

Sandokai
letteralmente ‘identità di relativo e assoluto’ è un sutra, considerato tra i più importanti componimenti poetici Zen, che viene recitato quotidianamente nelle cerimonie della scuola Zen Soto.

Sangha
letteralmente ‘sam-gha’: ‘che scorre insieme’, andare insieme nella stessa direzione. Termine riferito in origine ai monaci buddhisti, in un secondo tempo esteso anche ai praticanti laici. Uno dei tre gioielli o dei tre rifugi. Nello Zen indica anche l’interrelazione armoniosa di tutti gli esseri, i fenomeni e gli eventi, in altre parole l’inseparabilità e l’espressione armoniosa del Buddhadharma.

Sanpai
san: tre, pai: inchini. Tre prostrazioni con la fronte al pavimento e i palmi delle mani alzati.

Sanran
stato di agitazione mentale ed emotiva in cui lo spirito è incontrollabile e si disperde durante zazen.

Sanscrito
lingua sacra per il buddhismo in cui sono stati scritti diversi testi.

Sanzen
termine usato nella scuola Zen Rinzai per indicare il colloquio privato con il roshi, v. dokusan.

Satori
termine Zen che designa l’esperienza dell’illuminazione; il risveglio alla verità cosmica, il risvegliarsi alla natura propria dell’uomo.

Sei
il non-sforzo, il rispetto.

Seisei
termine giapponese usato per descrivere l’atteggiamento di assoluta sincerità che dovrebbe avere ogni praticante nei confronti delle proprie attività quotidiane. Inoltre è l’atteggiamento che affronta con sincerità e onestà tutto ciò che incontriamo nella nostra vita. Talvolta viene usato in antitesi con il termine Zenna.

Sensei
termine giapponese per indicare il maestro responsabile di un dojo anche nelle arti marziali, in cinese ‘sifu’.

Sesshin
letteralmente ‘raccogliere o regolare la mente’. Ritiri intensivi di zazen di tre, cinque, o sette giorni, di vita collettiva imperniata soprattutto sulla concentrazione e il silenzio.

Shakyamuni
Nome attribuito al principe Siddharta dopo la sua illuminazione. Significa "il saggio dei Shakya". Muni viene da mouna, una parola sanscrita che indica il voto di silenzio. In senso lato, la parola muni significa pertanto asceta, quindi "saggio".
Gli Shakya erano il clan cui apparteneva il principe, il cui nome proprio era Siddhartha Gautama.
Siddhartha è un'abbreviazione di sarvarthasiddha e significa colui che ha realizzato tutti i suoi obiettivi; un nome che, a quanto pare, gli è stato di buon auspicio.
Gautama era, invece, il nome di un antico santo, come del resto Kapila, l'autore del Samkhya, cui era dedicata la città in cui il bodhisattva Siddhartha nacque: Kapilavasthu.

Shiho
trasmissione del Dharma da maestro a maestro.

Shikantaza
letteramente shikan ‘solo, soltanto’; taza ‘sedersi’, meditazione senza oggetto, praticata nella scuola Soto Zen. ZaZen privo di elementi di sostegno quali i conteggi dei respiri o lo studio del koan, è caratterizzato da una forte consapevolezza non discorsiva. Stare semplicemente seduti in una posizione e concentrazione corretta, senza pensare a niente, senza preoccuparsi di niente, senza cercare nulla, nemmeno il satori.

Shin
cuore, essenza, mente, totalità dell’essere.

Shingon
scuola buddhista esoterica che fa uso dei mantra, introdotta in Giappone da Kukai nell’808.

Shino
stile di ceramica giapponese che risente dell’influsso Zen.

Shinto
sistema religioso giapponese originario, formatosi prima dell’introduzione del Buddhismo, basato su un politeismo naturalistico, caratterizzato dalla venerazione di numerosissime divinità, kami, che presiedono ad ogni forma di fenomeno naturale, e dalla venerazione di personaggi storici, in particolare gli imperatori del Giappone fino alla rinuncia alla pretesa di divinità da parte di Hirohito nel 1946.

Sho
realizzazione o satori.

Shobo
realtà assoluta, vera realtà, vero Dharma

Shobogenzo
letteralmente ‘Occhio e tesoro dell’occhio del vero Dharma’. Composto da Dogen Zenji, comprende novantacinque testi che trattano argomenti della dottrina Zen.

Shodo
arte della calligrafia, pratica della scrittura, forma fondamentale di comunicazione religiosa per i seguaci Zen.

Shoji
equivale al sanscrito ‘samsara’ il regno della nascita e della morte, l’infinita catena delle esistenze: nascita, morte, e rinascita in un’altra condizione. Letteralmente: nascita (o vita) e morte. Shoji è il titolo di un capitolo dello Shobogenzo di Dogen Zenji.

Shojo
purificazione dalle illusioni.

Shu
termine che ha il significato di pratica, setta, scuola.

Shunya
termine sanscrito che designa il vuoto, la mancanza di essenza di tutte le cose.

Shunyata
vacuità, termine sanscrito, in giapponese ku, che indica un concetto fondamentale del Buddhismo mahayana e dello Zen: il vuoto.

Siddharta
V. Shakyamuni

Sifu
termine cinese v. sensei.

Soto
scuola Zen giapponese, appartenente alla corrente del Buddhismo mahayana, fondata da Dogen Kigen Zenji, che persegue il ‘mokusho-Zen’ lo Zen dell’illuminazione silenziosa e graduale mediante zazen.

Stupa
edificio sacro buddhista, adibito alla conservazione delle reliquie del Buddha o dei suoi discepoli. Solitamente è un monumento pieno con cupola semisferica

Sutra
nel Buddhismo passo o capitoli di testi sacri o talvolta il testo stesso. Col nome di sutra vengono ricordati in particolare i discorsi dottrinali del Buddha, raccolti nel Canone buddhista

 

 

T kin
campana in bronzo nero martellato, appoggiata su un cuscino, battuta con un batacchio in legno, foderato di stoffa così da emettere suoni gravi.

T’ien-t’ai
o Tendai scuola buddhista.

Tabi
pedule, sorta di calzini di colore bianco, che tengono l’alluce staccato dalle altre dita, indossate dai maestri durante le cerimonie.

Tai
il corpo.

Tatami
stuoia di paglia di riso intrecciata e stagionata almeno un anno, usata per coprire i pavimenti nella casa giapponese tradizionale.

Tathagata
discorso di Dharma, commento formale dato da un maestro Zen, su un koan o un testo.

Tenso

capocuoco responsabile della preparazione e della cottura di tutto il cibo in un monastero. E’ un ruolo molto importante secondo solamente a quello dell’Abate.

Theravada
dottrina degli anziani, termine che si riferisce alla scuola più antiche del buddhismo che ancora sono seguite nel sud est asiatico.

Tre gioielli
che vengono onorati dai buddhisti: il Buddha, il Dharma e il Sangha

Tripitaka
termine sanscrito che significa ‘tre canestri’ e che indica le tre grandi sezioni in cui è diviso il Canone buddhista, ovvero: Sutra, Vinaya e Abhidharma. Il primo tratta  i discorsi del Buddha, il secondo la disciplina monastica, il terzo è il più antico compendio della psicologia e dell’etica buddhiste.

Vajrayana
scuola buddhista della Folgore o del Diamante. Il fulmine taglia tutti gli aspetti convenzionali e aiuta il praticante a comprende subitamente la realtà ultima. E’ diffusa nel Tibet.

Vinaya
le regole monastiche che formano una delle tre sezioni del Canone.

Vipassana (pali, in sanscrito: vipaśyana) una delle due principali forme della meditazione buddhista, detta anche meditazione di visione penetrativa (in inglese insight meditation). A differenza della meditazione samatha, questa forma di meditazione non è finalizzata al raggiungimento di stati di assorbimento meditativo e non ha un carattere astrattivo. Al contrario, la meditazione vipassana intende sviluppare la massima consapevolezza di tutti gli stimoli sensoriali e mentali.

Wa
l’armonia.

Wesak o Vesak
festa che commemora la nascita, l’illuminazione e la scomparsa del Buddha e che viene celebrata nella Luna piena del mese di Maggio. E’ festa nella gran parte dei paesi buddhisti ed è riconosciuta anche dall’Intesa tra stato e Unione Buddhista Italiana.

Wu
termine cinese per indicare il satori.

Yana
termine sanscrito che significa ‘veicolo’ e indica le varie strade che un fedele buddhista può percorrere per giungere alla liberazione spirituale.

Yen-yin
v. karma.

Yin-Yang
nella filosofia taoista, le due energie contrapposte. L’interazione tra lo yin e lo yang origina l’universo. Lo yin indica il principio femminile, passivo, ricettivo, buio e cedevole; lo yang, il principio maschile, attivo, creativo, luminoso e duro.

Zafu
cuscino rotondo e rigido riempito di fibre naturali, tradizionalmente di kapok, sul quale ci si siede per la pratica di zazen.

Zafuton
tappeto di meditazione in forma rettangolare o quadrata su cui viene appoggiato il cuscino, zafu, utilizzato per meditare.

Zagu
pezzo di stoffa di forma quadrata sulla quale il monaco si siede o si inchina durante la pratica, la cui funzione originaria era quella di impedire che il kesa toccasse il terreno.

Zammai
termine giappone che corrisponde al sanscrito samadhi.

ZaZen
stare seduti in meditazione.

Zen
termine giapponese che significa meditazione, come il cinese chan, e il sanscrito dhyana. Scuola Buddhista della tradizione mahayana divisa in sette le cui principali sono: Soto, Rinzai e Obaku.

Zendo
‘Zen’: meditazione, ‘do’: Via.
Lo zendo è il luogo apposito per la pratica di zazen, la sala di meditazione.

Zenji
letteralmente ‘maestro Zen’. Termine onorifico attribuito a maestri di alto rango o di grandi ottenimenti.

Zenkai
giornata di pratica intensa di zazen.

Zenna
contaminato: termine giapponese che denota le azioni, sia buone che cattive, che impediscono di raggiungere l’illuminazione. Questo concetto viene spesso usato in contrapposizione al termine ‘seisei’.

Zenrin
termine giapponese che significa ‘il bosco Zen’ e designa un monastero Zen.

Zo
letteralmente: magazzino dove vengono riposte le cose preziose della famiglia.

Zori
sandalo giapponese in paglia di riso con suola flessibile e infradito generalmente in velluto.

ZoZen
letteralmente: varie impurità.
La contaminazione dell’illusione che deriva da azioni buone, cattive e neutre