I precetti buddhisti non sono dei comandamenti,
né semplici doveri.
Si tratta piuttosto di STRUMENTI UTILI per favorire il nostro cammino
spirituale, la nostra comprensione, il nostro Risveglio.
Sebbene i precetti si esprimano attraverso modelli di comportamento, la
loro pratica non richiede un semplice adattamento forzato a tali modelli,
bensì la consapevolezza che i precetti esprimono il principio secondo il
quale tutti gli esseri e tutti i fenomeni sono interdipendenti.
1. Rispettare la vita di tutti gli esseri
senzienti;
Si noti che non si parla semplicemente di "non
uccidere". La nostra pratica richiede piena sintonia con l'amore per tutti
gli esseri viventi, quindi il rispetto non è mera astensione da
comportamenti distruttivi. Rispettare la vita implica anche dei
comportamenti attivi e positivi, verso tutto ciò che può tutelare o
difendere la vita in tutte le sue manifestazioni.
2. Non appropriarsi di ciò che non è dato;
Il nostro essere nel mondo implica
necessariamente un rapporto con le cose: rifiutando la logica
dell'attaccamento, il praticante rifiuterà qualsiasi rapporto competitivo
con gli altri finalizzato al possesso. Il praticante non si "accontenta"
di essere il legittimo proprietario di una cosa per farne tutto ciò che
vuole: ad esempio userà con parsimonia le fonti di energia, consapevole
dei possibili danni che un uso eccessivo delle risorse può arrecare
all'ambiente o agli altri esseri viventi.
3. Tenere una condotta sessuale corretta;
La sessualità è un àmbito dove si manifestano
spesso egoismi ed attaccamenti. Il praticante non stabilirà relazioni
sessuali che comportino danno o effetti comunque negativi per il proprio
partner o altri soggetti. Questo precetto per i monaci si traduce in
completa astinenza. In determinate circostanze, ad esempio durante i
ritiri per meditazione e insegnamento del Dharma, anche i praticanti laici
sono tenuti all'astinenza sessuale.
4. Usare un linguaggio sincero e cortese;
Il nostro linguaggio è la manifestazione
esteriore più evidente. Ovvio che sia opportuno, sia per noi stessi che
per chi ci ascolta, che il nostro linguaggio debba essere sereno, sincero,
non eccessivo, mai ingannevole, anzi, possibilmente deve essere di esempio
e di esortazione per tutti.
5. Non fare uso di sostanze inebrianti.
La pratica buddhista è una via di
consapevolezza e di retta concentrazione: sarebbe una contraddizione se lo
stato del nostro corpo e della nostra mente venisse alterato da sostanze
estranee, specie se nocive per la salute. Pertanto il praticante è tenuto
ad astenersi dal fumo e dalle bevande alcoliche.
6. Astenersi dal mangiare dopo mezzogiorno;
Mantenersi in salute non deve essere un
obiettivo egocentrico ma una esigenza di coerenza. Seguire questo semplice
precetto può migliorare la nostra salute non affaticando il nostro
organismo con pasti eccessivi. Per "mangiare" si intende il consumare veri
e propri pasti, quindi è ritenuto lecito che nel corso del pomeriggio si
possa consumare the e qualche pezzo di frutta secca.
7. Non partecipare ad eventi mondani e
astenersi dal danzare, cantare, ascoltare musica, usare fiori, profumi e
cosmetici.
Il contegno del praticante non dovrebbe mai
contrastare troppo con una vita fondamentalmente meditativa. Per cui è
opportuno evitare eccessi di qualsiasi tipo.
8. Non dormire su letti sontuosi.
Il precetti sono espressi ovviamente in un
linguaggio influenzato da fattori ambientali che non appartengono più al
nostro tempo.
"Dormire su letti sontuosi", nelle epoche più remote, equivale al nostro
concetto di "lusso sfrenato".
Un praticante eviterà pertanto tutto ciò che è superfluo o che, peggio
ancora, rappresenti un lusso, anche come forma di austero rispetto nei
confronti degli esseri privi del necessario.