Indice
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Introduzione
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Periodi storici
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Bodhidharma
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Hui Neng
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Ma Tsu
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Dinastia Tang
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Declino
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Moderno
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Patriarchi, maestri e
lignaggio
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Bodhidharma
-
Hui Neng
-
Hsu Yun
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Vari
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Principali scuole
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Yun Men
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Lin Chi
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Kuei Yang
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Tsao Tung
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Fa Yen
Introduzione
Una volta, qualcuno
interrogò il Maestro Ch'an Seung Sahn, sull'importanza della storia del
Ch'an ed egli rispose: "Conoscere la storia della vostra tradizione è come
trovarsi a faccia a faccia con i vostri antenati. Questi antenati sono le
vostre radici, quando conoscete queste radici, conoscete anche qualcosa di
voi stessi." Così quando qualcuno studia una certa tradizione, è una
curiosità naturale volerne conoscere le radici, da dove è nata e quali
sono le fonti d'ispirazione di quella tradizione.
L'insegnamento del Buddha
ci è pervenuto riflesso e frammentato in varie scuole. Nonostante
l'apparente diversificazione delle scuole e dei metodi di insegnamento, i
principi basilari sono comuni. La prima è detta Scuola Meridionale (Theravada)
o Hinayana, e fa riferimento ai testi Pali. Tuttora prospera nel Sud-est
asiatico rappresenta l'unica sopravvissuta di un ampio ventaglio di scuole
scomparse. La seconda è detta Scuola Settentrionale o Mahayana e fa
riferimento a testi in sanscrito. Lo Zen appartiene alla Scuola
Settentrionale. Il termine Zen deriva, attraverso una traslitterazione del
cinese Ch'an e dal sanscrito Dhyana (Meditazione). Storicamente la scuola
della meditazione nasce in Cina dove fiorisce sotto la dinastia T'ang.
All'inizio del secolo XIII approda in Giappone, dove attualmente è
diversificata nelle scuole Zen: Rinzai e Soto.
Dopo la sua nascita in
Cina, la scuola Zen ha sviluppato linee specifiche che si proponevano
ognuna come la continuazione dello stile di vari grandi maestri,
considerati in seguito i fondatori delle varie tradizioni. La patria
storica dello Zen è dunque la Cina; qui le complessità del Buddhismo
indiano vennero rimodellate sul modo di vita cinese, pragmatico e
concreto, assumendo col tempo forme in armonia con la cultura locale e
assimilando come sempre nel Buddhismo la cultura ospitante. Pare
giustificato affermare che lo Zen rappresenta un ritorno dai profondi ma
intricati sistemi filosofici e psicologici della Scuola Settentrionale,
agli insegnamenti originari del Buddha.
Prevalentemente
esistevano due scuole, quella dell'illuminazione graduale e quella
dell'illuminazione improvvisa. La seconda prevalse sulla prima, dando in
seguito vita allo Zen come lo conosciamo oggi.
Nel 1190 sbarca in
Giappone Nel 1905 si affaccia per la prima volta in Usa
Nel 1905 si affaccia per
la prima volta in Usa
Periodi storici
Bodhidharma
La pratica del Buddhismo
Ch'an nasce con Bodhidharma, secondo quelli che erano i metodi e le
tradizioni che il Patriarca portò con sé dall’India. Come narra la storia
infatti egli dopo aver fatto visita a diversi templi, ebbe modo di
fermarsi a Shaolin, ove sedette per nove anni in meditazione in una
grotta.
Così, questo è il primo
stadio di sviluppo della tradizione Zen in Cina: l'esempio di Bodhidharma
che siede immobile e tranquillo di fronte ad un muro bianco. Questo è il
modo in cui noi sediamo ancora oggi, nelle nostre sale diDharma.
Da quanto sappiamo della
leggenda di Bodhidharma, sembrerebbe che la sua pratica fosse lo
Shikantaza. A quel tempo, il suo colloquio con il futuro secondo
Patriarca, suggerisce anche una padronanza delle tecniche che si
svilupparono, più tardi, nella pratica dei Kong-an (Koan in giapponese).
Ma quasi certamente, non leggeva Sutra, in quel periodo. La cosa
interessante a proposito di Bodhidharma, tuttavia, è che quando diede la
trasmissione al secondo Patriarca, gli consegnò una copia del Lankavatara
Sutra insieme alla sua veste ed alla sua ciotola. Questi furono i simboli
della trasmissione fino al sesto Patriarca. Per un lungo tempo il
Lankavatara Sutra rimase un testo base nella scuola Ch'an in Cina. Lo
stesso Hui Neng ebbe l'illuminazione ascoltando un verso dal Sutra del
Diamante ed anche questo Sutra fu onorato dagli studenti Ch'an in Cina.
Tutto questo cambiò nelle mani di Ma-tsu, quando il Ch'an divenne molto
empirico. Ma perfino allora, sembra che la maggior parte dei Maestri del
lignaggio di Ma-tsu, fu molto versato nella conoscenza dei Sutra, solo non
facevano riferimento ad essi nei loro insegnamenti.
Hui Neng
La tradizione vuole che
lo Zen sia stato introdotto in Cina dal monaco indiano Bodhidharma, primo
Patriarca cinese. In realtà fiorì e produsse i suoi tratti distintivi solo
durante la generazione successiva al sesto Patriarca Hui Neng. Sin dal suo
apparire, per la sua predisposizione pratica, la scuola generò i propri
maestri in luoghi remoti, dove la sopravvivenza era possibile soltanto con
la coltivazione della terra; sistema di vita sconosciuto al Sangha
(comunità di monaci) indiano. Il lavoro divenne uno dei fattori
fondamentali della pratica, questo faceva parte infatti della mentalità
cinese, laboriosa, diretta ed estremamente pratica a differenza di quelle
indiana; <Un giorno senza lavorare, un giorno senza mangiare> cita un
famoso maestro. Ancora oggi nei monasteri Zen in Europa ed in Italia la
pratica di samu (lavoro) è una componente basilare per la crescita
spirituale dei praticanti.
Il secondo stadio infatti
è collegato a Hui Neng il quale un giorno udì un monaco recitare un verso
dal Sutra del Diamante; Hui Neng aveva allora circa tredici anni e appena
ebbe udito il versetto ebbe un'illuminazione improvvisa. Questo è il
secondo stadio: la tradizione dell'Illuminazione Improvvisa. Secondo la
tradizione, se la pratica di qualcuno è abbastanza matura e stabile,
l'illuminazione si realizzerà all’improvviso. Questa è l'ispirazione
tratta dalla vita di Hui Neng.
Fino al tempo di Hui Neng,
tutti i monaci leggevano i Sutra e costruivano templi, sperando che tutte
queste buone azioni portassero loro meriti nelle vite successive. Hui Neng
affermò che questo non era necessario per l'illuminazione. Andò un altro
passo oltre e affermò che perfino la meditazione non era necessaria.
Questo fu un passo radicale nello Zen cinese. Hui Neng non spiegò mai come
ottenere questo stato di illuminazione. Se voi mantenete questa
mente-non-so tutto il tempo al cento per cento, allora siete già
illuminati. Quindi, se voi mantenete una mente-non-so tutto il tempo e in
tutti i luoghi, allora nemmeno sedere in meditazione è più necessario.
Questa è una connessione diretta fra l'insegnamento attuale e
l'insegnamento di Hui Neng, si parla anche di un attimo di sforzo. Questo
"attimo di sforzo" è tutto ciò che serve.
Prima di Hui Neng, lo Zen
(o Ch'an) era fiorito nella Cina settentrionale. Bodhidharma era rimasto
nel tempio Shaolin e i suoi successori erano monaci che provenivano dal
Nord del Paese. Ecco perché avevano i loro templi sotto la protezione
dalla corte reale. Infatti, fino a Hui Neng, il Ch'an era solo una delle
tante sette in competizione fra loro nella Cina del Nord. Quando Hui Neng
dovette fuggire dal tempio del suo Maestro, dopo aver ricevuto
segretamente la Trasmissione, attraversò lo Yangtze e viaggiò verso Sud
fino alla città di Canton dei giorni nostri. Quando egli stabilì
finalmente il suo tempio in questo estremo Sud del Paese, apparì un nuovo
tipo di Zen: rurale e centrato su comunità di monaci agricoltori. Il Ch'an
del Nord si era basato sui Sutra, sul costruire templi e sulla protezione
dei reali, ma il Ch'an del Sud era economicamente autosufficiente e basato
sull'etica del lavoro. I monaci coltivavano le terre del Monastero durante
il giorno, non leggevano i Sutra, non avevano nemmeno una sala di
meditazione, né praticavano formalmente la meditazione seduta. Mantennero
viva la loro pratica in mezzo al lavoro fisico svolto durante il giorno.
Ma Tsu
Il terzo stadio della
storia dello Zen cinese è associato con il Patriarca Ma-tsu, che fu il
successore di seconda generazione di Hui Neng. Ma-tsu inventò i mezzi
"shock" del gridare improvvisamente, colpire o chiamare improvvisamente
per nome l'interrogante mentre sta uscendo. Ma-tsu fu un vero innovatore
in questo campo: voleva far breccia nel pensiero concettuale a cui siamo
abituati. Hui Neng parlò di arrivare a questo punto, ma non disse mai come
arrivarci. Fu lasciato a Ma-tsu il compito di inventare queste tattiche di
shock improvviso che urtano con la coscienza e fanno breccia al di là di
essa.
Ma-tsu è una figura molto
interessante nella storia dello Zen. In confronto con la storia americana,
sembrerebbe che Bodhidharma sia come George Washington e Hui Neng come
Thomas Jefferson. Ma-tsu è più simile a Theodore Roosevelt. Egli era il
più grande Maestro Zen del suo tempo e si dice che ci fossero, in quel
periodo, almeno ottocento monaci nel suo monastero. Trasmise ilDharma a
centotrentanove successori ed è passato alla storia come "Il grande
Patriarca".
Fra questi
centotrentanove successori ci furono alcuni fra i più influenti insegnanti
della storia dello Zen. Uno di essi fu Pai-Ch'ang che stabilì le regole
monastiche che seguiamo ancora oggi e il cui successore, Huang-po, fu il
Maestro del famoso Lin-chi. Il secondo fu Nan-chuan, forse il più
brillante degli studenti di Ma-tsu e maestro di Chao-chou. Il terzo di
questi insegnanti non è così ben ricordato: il suo nome è Shi-tang
Chi-tsang.
Dinastia Tang
Il quarto stadio fu la
completa sistematizzazione del sistema dei Kong-an (Koan in giapponese).
Ma-tsu e i suoi allievi furono Maestri molto dotati. Qualcuno dei suoi
successori ebbe relativamente pochi studenti, così che poteva avere
incontri personali con loro ed essere abbastanza creativo ed abile da
portare lo studente all'illuminazione attraverso la tattica dello shock.
Questa fu l'età dell'oro dello Zen, approssimativamente dal 700 al 900
d.C. Tuttavia, crescendo il numero degli studenti, dare istruzioni
personali divenne molto difficile. Così, l'insegnante usava storie dei
vecchi Maestri per ispirare i suoi allievi. Nella Cina dell'epoca Sung (X
secolo d.C.), il sistema fu perfezionato ed utilizzato efficacemente dal
Maestro Zen Ta-hui.
Se guardiamo alla storia
della Cina, troviamo che i T'ang unificarono l'intero Paese alla fine dal
VI secolo. I T'ang erano una razza di spietati guerrieri, con un codice di
condotta simile a quello dei samurai. Il codice dei samurai era, tuttavia,
molto più codificato e il loro Zen era fatto per corrispondere a tale
codice. I T'ang non ebbero un uguale impatto sul Ch'an (Zen) cinese.
Infatti, dato che il Ch'an non era protetto dai T'ang, rimase inalterato
da qualunque idea i guerrieri potessero avere. In Cina, il contrasto fu
più fra lo Zen ed il Confucianesimo. In un certo senso il Ch'an fu una
reazione alle norme di comportamento istituzionalizzate che i confuciani
avevano prescritto ai cinesi. Ancora oggi, le culture orientali sono
profondamente basate sulla gerarchia e su come ci si deve comportare con
date persone in una data situazione. Così, i limiti del comportamento
sociale sono ben definiti. Un bambino sa quali sono questi limiti e quando
cresce, conosce i propri limiti di comportamento come adulto. Questa è la
cultura confuciana. Così, nel contesto del comportamento confuciano, un
colloquio Zen con un Maestro è probabilmente l'unico momento nel quale si
ha la libertà di essere se; stessi. Potete colpire il Maestro, urlare
contro di lui, essere il vostro autentico sè. I colloqui riportati nella
"Raccolta della Roccia Blu" o nel "Wu-men Kuan" (giapp. "Mu-Mon Kan"),
fanno luce, in modo molto interessante, sui comportamenti poco ortodossi
dei monaci Zen.
Declino
Lo Zen della dinastia
Sung e' caratterizzato da diversi aspetti negativi: una formalizzazione
del pensiero Zen; una presenza notevole di membri della nobiltà' fra i
monaci e nei templi, e una conseguente secolarizzazione. Doghen passo'
circa due anni e mezzo in Cina girando numerosi monasteri, specialmente
della scuola di Daiei, e praticando la meditazione con il massimo impegno,
sempre ricercando un maestro vero. Ma non riuscendo a trovare quello
ideale che lui cercava, ormai deluso stava pensando di tornare in
Giappone.
Per un altro verso
bisogna ricordare che durante la dinastia Sung la pratica dello Zen si era
molto diffusa anche fra la gente comune e questo insegnamento esercitava
un grande influsso anche sugli altri gruppi religiosi.
Nell'anno 1200, lo Zen
era quasi scomparso dalla Cina, ma rifioriva in Corea ed in Giappone. Ma
perché lo Zen si spense in Cina? Innanzitutto ci fu una severa repressione
del Buddhismo nell'845. Il Buddhismo era apparso originariamente in Cina
nel primo secolo d.C. ed aveva soppiantato il Taoismo e il Confucianesimo,
religioni di stato da molti secoli per tutte le dinastie cinesi. Il
Buddhismo guadagnò potere economico e politico a spese di questi ultimi
che continuarono, perciò, a cospirare contro il Buddhismo. Nell'anno 845,
l'imperatore Wu salì al potere e si dichiarò Taoista. Per due anni ci
furono persecuzioni severissime contro i buddhisti. Le statistiche di
questa repressioni sono notevoli: 260.000 monaci e monache furono
costretti ad abbandonare l'abito; 4.800 monasteri principali furono
distrutti.
Questo colpo fece
vacillare il Buddhismo in Cina e non ci fu più una completa ripresa. Un
aspetto ironico di questa persecuzione fu che, mentre il Buddhismo era
spazzato via nel Nord della Cina, lo Zen era relativamente salvo nel Sud
del Paese. Il Ch'an del Sud non era coinvolto nei giochi di potere della
corte reale e non avevano templi con grandi statue del Buddha d'oro e
pietre preziose. Nel Nord della Cina, quando i templi vennero distrutti,
le statue di bronzo e rame furono fuse e utilizzate per coniare monete. I
monaci del Ch'an meridionale non leggevano nemmeno i Sutra e vivevano la
vita semplice delle comunità contadine. Non avevano, perciò, ricchezze che
potessero essere portate via. Non avevano un alto profilo e così non
perdettero molto nelle persecuzioni.
Quando la dinastia Sung
salì al potere nel 968 nel Nord della Cina, l'unica forma di Buddhismo
rimasta nel Paese era il Ch'an meridionale. L'imperatore Sung ne fece la
religione del proprio Casato e, come risultato, divenne anch'esso corrotto
e perse vitalità. Il Maestro Zen Ta-hui fu l'ultima grande figura ad
infondere energia nella Scuola; una volta scomparso, non rimase alcun
Maestro di uguale statura per sostenerne l'opera.
Moderno
A partire da prima della
rivoluzione cinese del 1949, esistevano numerosi monasteri Ch'an ma la
maggior parte di essi non erano le grandi comunità che si possono
immaginare. I monasteri potevano avere anche solo tre monaci oppure
diverse centinaia. In generale maschi e femmine erano comunque separati.
Nella maggior parte dei monasteri la statua del Buddha occupava più spazio
di quanto non ce ne fosse per accogliere i monaci in piedi, quindi nei
grossi Sangha non c’era nemmeno spazio per effettuare i servizi religiosi!
Tutti i monasteri avevano all’incirca le stesse regole, e la vita
quotidiana era ovunque assai simile: veniva data molta importanza alle
attività quotidiane, nello svolgere correttamente i propri compiti, sia
nello svolgere i rituali a determinate ore.
Alla pratica quotidiana
si affiancavano i periodi di ritiro, il più breve durava una settimana,
fino a sessanta giorni. Per i brevi ritiri andavano bene tutti i
monasteri. Per i ritiri più importanti si invitavano abati o capisala di
importanti monasteri. I più importanti maestri dell’epoca erano Hsu Yun e
Laiguo.
Il maestro Hsu Yun visse
tra il 1840 e il 1959 (119 anni) e fu uno dei grandi maestri dell’epoca
moderna. Egli è famoso per la sua pratica di meditazione e per il
rinnovamento che portò nei monasteri e nella pratica Zen. Dopo la dinastia
Sung (960-1279) la vitalità del Ch'an aveva avuto un progressivo declino.
Il maestro Hsu Yun riportò a nuova vitalità le pratiche delle cinque
scuole di Ch'an che erano esistite durante la dinastia Tang (618-907)
trasmettendo le pratiche di ciascuna scuola a discepoli che, a loro volta,
le diffusero. Queste scuole sono sopravvissute anche alla rivoluzione
comunista cinese. Hsu Yun godeva di grandissimo rispetto anche da parte
dei laici, una volta si trovò a negoziare una tregua tra una milizia
locale e un gruppo di banditi che voleva controllare un villaggio. Parlò
con i banditi rischiando la vita per salvare le persone dalle distruzioni
della guerra. Aiutò gente in ogni parte della Cina e grazie al suo
incoraggiamento vennero ricostruiti cinquanta monasteri e un milione di
persone trovarono "rifugio" presso di lui.
Il maestro Laiguo
(1881-1953) era famoso per la sua pratica di meditazione e per i suoi
insegnamenti. Fu abate nella provincia di Zhejiang nel monastero Gaoming,
famoso per i ritiri da oltre mille anni. Laiguo insegnò attraverso la
pratica del Hua To ("Fonte delle parole" un metodo per suscitare la
"sensazione del dubbio" [simile ai Koan, N.d.R.]). Scrisse anche un libro
che spiega la pratica Ch'an passo per passo. E’ conosciuto anche per la
statura dei suoi allievi che insegnano in monasteri americani o che
dirigono templi in Cina.
Dopo questa ripresa in
Cina il Buddhismo al giorno d’oggi viene tollerato, ovvero le conferenze
pubbliche sono vietate. I monaci possono rispondere alle domande ad
incontri privati all’interno dei monasteri. Nonostante ciò, seppur
segretamente, girano sbobinature dei maestri e testi scritti alle quali
governo cinese non farebbe buon viso.
Patriarchi, maestri e
lignaggio
In base alla stessa
tradizione Ch'an il Buddha Shakyamuni trasmise ilDharma a Mahakashyapa, il
primo "Patriarca" del Ch'an, ciò significa che riconobbe che Mahakashyapa
aveva raggiunto l’illuminazione. Mahakashyapa lo trasmise ad Ananda e così
via, di generazione in generazione, per 28 generazioni in India. Il 28°
Patriarca indiano fu Bodhidharma che andò in Cina e lì divenne il primo
Patriarca, dando origine alla stirpe cinese del Ch'an
Patriarchi in India
Patriarchi in Cina
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Primo Patriarca in
Cina, Bodhidharma (470 - 543), Sung Shan Shao-Lin, Ho Nan, China
-
Secondo Patriarca,
Hui Ko (487 - 593), Su Kung Shan, Ye-Si, Ann Hui, China
-
Terzo Patriarca,
Seng Tsan (? - 606), Tsen Shan, An Hui, China
-
Quarto Patriarca,
Tao Hsin (580 - 651), Si Shan, Huang Mei, Hu Pei, China
-
Quinto Patriarca,
Hung Jen (601 - 674), Tang Shan, Huang Mei, Hu Pei, China
-
Sesto Patriarca, Hui
Neng (638- 713), Tsao Si, Chi Jiang, Kwangdong, China
Bodhidharma (470 - 543)
Bodhidharma trasmise la
sua Mente diDharma in Cina: " Quando il Maestro indica direttamente la
Mente, scoprite che la vostra Natura Originale non è differente dalla
Natura di Buddha"
"Il Tao del Buddha è duro
e difficile. Occorrono sforzi, pazienza e duro lavoro. Come si può sperare
di raggiungere il Tao con pochi meriti e poca saggezza? Come si può
cercare di conseguire il Tao mentre si è arroganti e si pensa che sia
facile? Se qualcuno prova in questo modo, prova invano."
Insegnamento dato da
Bodhidharma al suo erede diDharma, il Secondo Patriarca Hui Ko (487-593),
conosciuto anche come Sheng Kwang. "Lascia andare tutti i pensieri
discorsivi e tutti gli attaccamenti. Fa riposare la tua mente. Come un
muro, non essere influenzato dai fattori interni o esterni; solo allora,
puoi entrare nel Sentiero del Buddha."
Bodhidharma è
riconosciuto come colui che portò il Buddhismo Zen in Cina e fu il Primo
Patriarca del lignaggio Zen cinese. Nacque il 5 di ottobre (calendario
lunare cinese) nel Sud dell'India, terzo figlio di un re indiano.
L'arrivo di Bodhidharma (Ta
Mo o Da Mo) in Cina viene preceduto da una sbalorditiva reputazione. Gli
si attribuirono doti mistiche e spirituali straordinarie; figlio di
Shuganda, re di Madras e Kerala nel Sud dell'India, allievo del XXVII
Patriarca dopo il Buddha (Prajnatra), dal quale ottenne la discendenza
spirituale, divenendo il XXVIII Patriarca del Buddhismo Mahayana, giunse
in Cina alla corte dell'imperatore Wu, fondatore della dinastia Liang del
Sud. Seguendo le istruzioni del suo Maestro di trasmettere ilDharma in
Cina, Bodhidharma si mise in viaggio nel 526 d.C. Quando arrivò a Kwang
Chou, nel Sud della Cina, fu ricevuto con una grande cerimonia e onorato
dal locale ufficiale militare, tale Shao Yang. Lo stesso anno, fu invitato
alla capitale, Nanjing, per incontrare l'imperatore Wu .
Wu, fervente buddhista,
studioso dei testi sacri e promotore dello sviluppo del Buddhismo, volle
ricevere il Maestro in udienza ufficiale al fine di mostrare il suo
operato nel regno, caratterizzato dalla costruzione di nuovi templi e
dall'avere presso la corte imperiale la sede dell'Ordine dei monaci;
convinto che la pratica del Buddhismo fosse l'accumulare meriti per mezzo
di buone azioni e assicurarsi nelle vite future condizioni sempre
migliori.
Ta Mo ascoltò
attentamente l'imperatore, indaffarato nel mostrare in forme esteriori
l'insegnamento della dottrina buddhista ed annebbiati dal concetto errato
di santità che si raggiunge come premio; infine replicò: "assolutamente
nessun merito"; Wu sconcertato chiese: "ma allora dove si trova la Via, il
Principio Primo?", Ta Mo rispose: "in tutte le cose, nulla è sacro". "chi
sei dunque tu?" chiese l'imperatore e il Maestro rispose: "non lo so
nemmeno io".
Offeso dalla tormentata
udienza con l'imperatore, Ta Mo decise vagare per la Cina alla ricerca del
luogo adatto nel quale ritirarsi in meditazione; nel suo errare si fermò
in diversi monasteri, tra i quali Ton Wa, Jion Ti, Leon Choy, ma il
principio di unità tra corpo e spirito al quale egli si rifaceva non venne
accolto. Successivamente si ritirò sulla montagna di Shao Shi e si stabilì
in una grotta, dove rimase in profonda meditazione per nove anni, durante
i quali ogni giorno monaci buddhisti e discepoli giungevano con l'intento
di ricevere insegnamenti dal "Grande Illuminato", che nel frattempo venne
riconosciuto come il primo Patriarca del Buddhismo Ch'an e maestro
spirituale di Shaolin.
La legenda vuole che
Bodhidharma si tagliasse le palpebre per non addormentarsi mai durante la
meditazione e che la sua concentrazione fu tale che riuscì ad imprimere
l'ombra del suo corpo nella roccia davanti alla quale meditava, mentre gli
uccelli nidificavano fra i suoi capelli.
Per molti studiosi Ta Mo
fu il creatore o meglio il divulgatore di antichi esercizi fisici e
tecniche di lotta che poi perfezionate nel tempo dai monaci si
trasformarono nel cosiddetto Kung Fu di Shaolin o Boxe di Shaolin.
Sviluppo armonico dello
spirito e del corpo in comunione con il respiro sono gli elementi della
triplice armonia tipici dell'insegnamento di Ta Mo e della scuola Ch'an in
generale, che si oppone alle lunghe ore di meditazione passiva e negativa,
proponendo armonia pratica ed essenziale tra passività e attività, tra
quiete e movimento
Il messaggio di
Bodhidharma a Shaolin diede sicuramente uno sviluppo considerevole alle
pratiche marziali del monastero, non solo sul piano tecnico ma anche sul
piano filosofico e culturale, apportando un ampio contributo al lavoro
sull'energia interna (Ch'I Kung) e sullo sviluppo del Ch'I. Ben presto la
fama dei monaci guerrieri Shaolin si espanse per tutta la Cina ed in
alcuni periodi storici essi presero parte alle travagliate vicende
militari in soccorso a principi ed imperatori.
Dopo che ebbe consegnato
al suo discepolo Hui Ko il Manto e la ciotola delle elemosine, il
Lankavatara Sutra e la trasmissione della Mente, Bodhidharma andò al
tempio di Chen Sung (Mille Santi) per propagare ilDharma. Entrò nel
Nirvana nel 536 d.C., fu seppellito a Shon Er Shan (Monte Orecchio d'Orso)
nello Ho Nan e per lui fu costruito uno stupa nel tempio di Pao Lin. Più
tardi l'imperatore della dinastia Tang, Dai Dzong, conferì a Bodhidharma
la nomina di Yuen Che, Grande Maestro Zen e rinominò il suo stupa "Kong
Kwan" (Visione del Vuoto).
L'insegnamento di
Bodhidharma
Bodhidharma insegnò ai
suoi discepoli ad utilizzare il Lankavatara Sutra come sigillo della
mente. Il metodo di coltivare la pratica trasmesso da Bodhidharma
sottolineava l'attenzione che dovremmo dare a questo importante Sutra. Il
suo principale insegnamento è che esistono due sentieri per varcare la
Porta delDharma: lo studio e la pratica. Lo studio: attraverso i Sutra
buddhisti e le scritture, comprenderete la Natura di Buddha. La vostra
Natura di Buddha non si manifesta perché è annebbiata, velata dalle
contaminazioni, come: la brama, l'attaccamento, la passione,
l'aggressività e l'ignoranza. La pratica: quando seguite i principi
buddhisti nella vita quotidiana, scoprite che la vostra Vera Natura è
uguale alla Natura del Buddha.
-
Bao Yen Hsin: la
volontà di accettare, senza lamentarsi, la sofferenza e l'infelicità
perché capite che è il vostro karma.
-
Sui Yen Hsin: la
comprensione che tutte le situazioni sono conseguenze di cause karmiche
e, perciò, la capacità di mantenere l'equanimità in ogni circostanza,
sia negativa che positiva.
-
Tsung Fa Hsin:
realizzare, attraverso la pratica, l'essenza della vostra Natura di
Buddha che è equanimità.
Hui Neng (638 - 713)
Sua Santità Hui Neng, che
divenne il grande Sesto Patriarca del Ch'an (Giapponese: Zen) era un
povero contadino analfabeta di Hsin Chou Kwangtung. Un giorno, dopo una
consegna di legna da ardere ad un negozio, udì per caso un uomo recitare
il seguente verso del "Sutra del Diamante" - "Devi trovare la tua vera
mente, senza far conto su alcuna cosa". Istantaneamente, Hui Neng fu
illuminato. L'intero verso diceva: "Tutti i Bodhisattva (Persone
Compassionevoli) dovrebbero sviluppare una mente pura che non si attacca a
nulla; e ivi dovrebbero dimorare stabilmente."
L'uomo che aveva recitato
il Sutra incoraggiò Hui Neng ad incontrare il Quinto Patriarca, Hung Jen,
al Monastero Tung Chian nel distretto di Huang Mei nella regione del Chi
Chou. Hui Neng disse al Quinto Patriarca: "Sono un villano dello Hsin Chou
Kwangtung (oggi, vicino a Canton nel Sud della Cina). Ho viaggiato molto
per portarvi rispetto; non chiedo nulla se non la Buddhità." "Tu sei
nativo di Kwangtung, un barbaro? Come puoi sperare di essere un Buddha?"
chiese il Patriarca. "Anche se ci sono uomini del Nord e uomini del Sud,
nella Natura di Buddha non v'è differenza fra Nord e Sud. Un barbaro è
diverso da Sua Santità fisicamente, ma non c'è differenza nella nostra
Natura di Buddha." Il Maestro Hung Jen accettò immediatamente Hui Neng
come suo discepolo, ma dovette nascondere il fatto agli eruditi monaci del
Nord del monastero. Al tempo del Quinto Patriarca, il Ch'an era ancora
influenzato dal Buddhismo indiano che non enfatizzava il risveglio
improvviso, bensì l'importanza dello studio e dei dibattiti sulla
Metafisica. Per proteggere Hui Neng, il Patriarca lo mandò alle cucine a
spaccare la legna e mondare il riso per otto mesi.
Un giorno, il Quinto
Patriarca disse ai suoi monaci di esprimere la loro saggezza in una
poesia. Colui che avrebbe dimostrato la vera realizzazione della sua
natura originale (Natura di Buddha) sarebbe stato ordinato Sesto
Patriarca. Il monaco anziano, Shen Hsiu, era il più colto e scrisse i
seguenti versi:
"Il corpo è l'albero
della Bodhi,
La mente è come uno specchio chiaro;
Continuamente sforzati di lucidarlo,
Per non lasciare che vi si raccolga la polvere."
La poesia fu elogiata, ma
il Quinto Patriarca sapeva che Shen Hsiu non aveva ancora trovato la sua
natura originaria, d'altro canto, Hui Neng era analfabeta, così qualcuno
scrisse per lui, sotto dettatura, la sua poesia, che diceva:
"Fondamentalmente la
Bodhi non ha albero,
Né esiste sostegno di alcuno specchio.
Poiché tutto è vuoto fin dall'origine,
Dove può mai posarsi la polvere?"
Il Quinto Patriarca fece
finta di non essere impressionato da questa poesia, ma nel cuore della
notte convocò Hui Neng. Il Quinto Patriarca gli diede le insegne del suo
ministero, il manto e la ciotola del Patriarca. A Hui Neng fu detto di
partire per il Sud e di nascondere la sua illuminazione e la sua
comprensione fino a che tempi più propizi fossero giunti per propagare
ilDharma.
I monaci erano gelosi e
ignoranti, credevano che la trasmissione fosse qualcosa di materiale e
decisero di riprendere il manto e la ciotola. Dopo avere inseguito Hui
Neng per due mesi, lo trovarono sulla cima di una montagna e volevano
ucciderlo. Il loro capo era Hui Ming, il cui nome da laico era Chen. Di
tutti i monaci che avevano inseguito Hui Neng, questi era il più abile.
Hui Ming era stato un generale della quarta brigata dell'esercito ed era
duramente temprato e di maniere rudi. Quando Hui Neng fu quasi per essere
raggiunto, lanciò il manto e la ciotola su una roccia, si nascose
velocemente e disse: "Questo manto è solo un simbolo. A che serve
prenderlo con la forza?" Quando Hui Ming arrivò alla roccia, cercò di
prendere il manto e la ciotola, ma non ne fu capace. Allora gridò:
"Fratello laico, fratello laico," (poiché Hui Neng non era stato ancora
ordinato formalmente monaco), "Sono venuto per ilDharma, non per la
veste." Hui Neng apparì dal suo nascondiglio e si sedette sulla roccia.
Hui Ming si inchinò e lo pregò di istruirlo. Hui Neng disse: "Visto che
sei venuto per ilDharma, astieniti dal pensare alcunché e tieni la tua
mente vuota. Allora ti insegnerò." Meditarono insieme per un tempo
considerevole, poi Hui Neng chiese a Hui Ming: "Quando non pensi né al
bene né al male, in quel particolare momento, qual è la tua natura
originaria (Natura di Buddha)?" Appena Hui Ming udì ciò, divenne
istantaneamente illuminato. Hui Ming chiese ancora: "Oltre agli
insegnamenti esoterici tramandati dal Quinto Patriarca da generazione in
generazione, ci sono altri insegnamenti segreti?" Hui Neng rispose: "Ciò
che ti posso dire non è esoterico. Se volgi la tua luce all'interno,
troverai ciò che è esoterico dentro di te."
La domanda di Hui Neng fu
da allora utilizzata come Koan (domanda) - "qual era il tuo volto
originario prima che tu nascessi?" I Koan rappresentano delle verità che
non possono essere comprese con la mente logica. Il Koan di Hui Neng
recide i concetti e le speculazioni sulla nostra natura. E' sbalorditivo
scoprire nessun concetto può applicarsi a questa domanda. Lo shock scuote
i vostri presupposti e ciò dà inizio al processo di risveglio. Come nella
sua prima poesia, il volto originario di Hui Neng è vuoto:
"Quando mi udite parlare
di vacuità, non attaccatevi ad essa, specialmente non attaccatevi ad
alcuna idea di essa. Se meramente vi sedete con la vostra mente vagante,
cadete nella nozione di vacuità".
La sconfinata vacuità del
cielo abbraccia le 'diecimila cose' di ogni forma e dimensione - il sole,
la luna e le stelle, le montagne e i fiumi, cespugli e alberi, gente buona
e cattiva, insegnamenti giusti o sbagliati, paradisi e inferni. Tutte
queste cose sono comprese nella vacuità.
La vacuità della vostra
natura originaria (Natura di Buddha) è proprio così. Abbraccia ogni cosa.
A questo aspetto si applica la parola 'grande'. Tutto è incluso nella
vostra natura originaria."
Hui Neng più tardi
divenne il Sesto Patriarca, il fondatore della scuola Dhyana (Ch'an) del
Risveglio Improvviso, che enfatizza la possibilità dell'illuminazione
improvvisa, se si hanno il giusto insegnante e il giusto metodo.
L'insegnamento del Sesto Patriarca sottolinea la non dualità e l'unità di
tutte le cose. Hui Neng divenne il più famoso maestro Ch'an (Zen) della
storia cinese. Dopo la sua morte, i suoi lavori furono raccolti e
classificati come l'unico Sutra buddhista cinese, chiamato Il Sutra del
trono del Sesto Patriarca. La sua nuova scuola del Risveglio Improvviso è
l'unica grande scuola ancora vitale del Buddhismo Dhyana cinese. Più tardi
i discepoli di Hui Neng sparsero ilDharma in tutta l'Asia. Hui Neng definì
la meditazione seduta come: "Nel mezzo di tutto il bene e il male, non un
pensiero sorge nella mente - questo è chiamato sedersi. Guardando nella
propria natura originaria, senza alcun movimento - questo è chiamato Ch'an."
Insegnò che la meditazione Ch'an dovrebbe essere praticata tutti i
momenti, non solo durante la seduta formale. Sottolineò che l'attitudine
della mente è la cosa veramente importante, e non la mera posizione
fisica, poiché la verità può essere trovata in piedi, camminando o stando
sdraiati. In giapponese la meditazione seduta fu chiamata Zazen.
Solamente in Cina,
migliaia di buddhisti hanno realizzato il risveglio praticando secondo il
saggio insegnamento del Sesto Patriarca.
Hsu Yun (1840 – 1959)
Nato il 26 agosto 1840 ai
tempi della guerra dell’oppio, il maestro Hsu Yun (Xu Yun) divenne un vero
mito vivente per i buddhisti della sua epoca e suscitò la stessa
venerazione dei grandi maestri Ch'an delle dinastie Tang, Song e Ming.
In un periodo storico
travagliato da grandi mutamenti sociali e politici, quando il Buddhismo
veniva considerato una forma di superstizione medioevale e un intralcio al
progresso economico, Hsu Yun riuscì a salvarlo dal declino restaurando
moltissimi templi e centri di studi e fondando scuole e ospedali.
Nonostante le molte donazioni dei laici che sostenevano le sue iniziative,
sua unica proprietà rimase sempre il bastone che l’aveva accompagnato
negli incredibili pellegrinaggi a piedi ai vari luoghi sacri della Cina e
poi ancora in Tibet, Bhutanm India, Ceylon e Birmania. Il pellegrinaggio
più celebre certo quello al monte Wu Tai, sacro al Bodhisattva Manjusri,
compiuto bruciando incenso e prostrandosi ogni tre passi in segno di
rispetto per i Tre Gioielli. Sebbene seguace della scuola Ch'an, Hsu Yun
insegnava anche il Buddhismo della Pura Terra, che considerava un metodo
di sviluppo spirituale altrettanto valido e dava regolari insegnamenti sui
Sutra e sui Shastra, a cui aveva dedicato anni di profondo studio e che
comprendeva per esperienza diretta. Nonostante sia stato monaco per più di
cento anni (visse infatti per più di centoventi anni!), non pensò mai che
ilDharma non fosse alla portata dei laici ma anzi aprì loro le porte dei
templi e tenne molti Pu- Shuo, o sermoni liberi, per tutti coloro che
accorrevano a sentirlo. Alla sua morte (avvenuta a 120 anni!) in Oriente
aveva migliaia di discepoli.
Vari
Daoxin, quarto
Patriarca. Insegnò le tecniche della meditazione nei Metodi Pratici ed
Essenziali per Purificare la Mente. Suggeriva ai praticanti di iniziare la
pratica con la semplice osservazione della mente, di sedersi in un luogo
tranquillo, diritti ed eretti, con abiti morbidi in modo da non sentirsi
costretti. Consigliava poi di massaggiarsi dalla testa ai piedi un paio di
volte.
Deshan Xuanjian
(781-907) era famoso perché colpiva i suoi discepoli con un bastone. Era
un esperto del Sutra di Diamante, uno dei più importanti testi. Dopo che
un’anziana donna laica gli fece intendere con una sola domanda che non
aveva capito il significato più profondo del Sutra del Diamante, si recò
in monastero in ritiro. Alla fine assunse il comando del monastero e
quando faceva domande ai suoi allievi, sia che rispondessero, sia che
tacessero li colpiva, non con leggeri colpetti ma a volte anche con colpi
molto violenti.
Lin Chi, fondatore
dell’omonima scuola, aiutava i suoi discepoli urlandogli contro.
Zhaozhou, invece
diceva semplicemente di andarsene a bere una tazza di tè.
Il maestro Shigun,
che visse nell’VIII secolo, rispondeva a tutte le domande sul Buddhismo
con la frase "Guardami scoccare questa freccia".
[Questi maestri divennero
famosi per i loro strani metodi ma non è che li usassero
indiscriminatamente per tutti. Deshan non avrebbe mai colpito qualcuno che
non fosse stato pronto a cogliere i benefici dal suo colpo, come Lin Chi
non avrebbe mai urlato a qualcuno se non era pronto a trarne un qualche
beneficio. Se un maestro fosse stato inflessibile nei suoi metodi, lo si
poteva considerare piuttosto un pazzo].
Principali scuole
In Cina, fin dall'inizio
della dinastia T'ang (618-907) era molto fiorente la corrente del Sesto
Patriarca Hui Neng, con la teoria dell'improvvisa illuminazione
sviluppatasi nel Sud.
Quando si arrivo' al
periodo delle Cinque Dinastie (907-960) e anche durante la dinastia Sung
del Nord (960-1127), lo Zen cinese si divise nelle Cinque Scuole e Sette
Case. Le Cinque Scuole sono: nella discendenza di Nangaku la Scuola Rinzai
che prese il nome dal maestro Rinzai Ghighen; la Scuola Igyo che prese il
nome dai due maestri Isan Reiyu e Kyozan Ejaku; e nella discendenza di
Seighen la Scuola Soto che prese il nome dai due maestri Tozan Ryokai e
Sozan Honjaku; La Scuola Unmon che prese il nome dal maestro Unmon Bun'en;
e la Scuola Hoghen che prese il nome dal maestro Hoghen Bun'eki. Le Sette
Case indicano le Cinque Scuole piu' la Corrente Yoghi e la Corrente Oryu
in cui piu' tardi si divise la Scuola Rinzai.
Yun Men (Ummon Zen)
IlDharma di Yun Men non è
per i principianti che non lo capiscono facilmente, ma piuttosto per
uomini di alta spiritualità. E’ noto per le arguzie, le risposte date con
una sola parola, i Tre Cancelli e le parole apparentemente offensive che
hanno un unico scopo: cancellare i pregiudizi e le esitazioni dei
discepoli nell’atto di distinguere fra l’immutabile Io e le mutevoli
illusioni; in altre parole, togliere le ultime tracce della sottile idea
di ego e cose, così che i discepoli possono attuare l’assoluto.
Lin Chi (Rinzai Zen)
Se un discepolo
progredito rimaneva ancora attaccato alle ultime tracce di ego e cose, Lin
Chi, per svegliarlo, lanciava un grido che il maestro chiamava "un grido
non adoperato come grido" nell’adempimento della Grande Funzione del
maestro di svegliare la potenzialità interamente vivificata di un
discepolo così che essa poteva unirsi all’assoluto. Lin Chi insegnava ai
discepoli a non attaccarsi a nulla per uscire dal regno delle illusioni.
Diceva:
"talvolta il soggetto
viene strappato, ma l’oggetto no; talvolta l’oggetto viene strappato ma il
soggetto no; talvolta tanto il soggetto quanto l’oggetto vengono
strappati; e talvolta tanto l’oggetto quanto il soggetto non vengono
strappati"
Egli esortava i discepoli
a interpretare ilDharma in modo corretto, vale a dire dalla posizione di
"padrone", e a non curarsi di tutte le illusioni che non sono altro che
gli aspetti del non-esistente "ospite". Lin Chi era noto per quattro
specie di grido di cui si serviva nel suo insegnamento.
Kuei Yang (Ikyo Zen)
La storia narra come Kuei
Shan educava il discepolo Yang Shan all’attuazione della sostanza e della
funzione. Per esempio, soleva dire al discepolo che coglieva soltanto la
funzione, ma non il corpo della funzione, e viceversa, così che il
discepolo diventava esperto nella dottrina della sostanza e della
funzione.
Tsao Tung (Soto Zen)
Per rendere più chiaro
ilDharma , Tung Shan e il suo discepolo Tsao Shan classificarono gli stadi
dell’autosviluppo in cinque fasi fino a saper distinguere il proprio io e
l’illusorio mondo esterno.
Un metodo spesso usato da
questa scuola è lo Shinkantaza (letteralmente "badare solo a stare
seduti") al fine di realizzare l’assenza di mente. Mantenendo la
consapevolezza di tutto il corpo mentre si è seduti, rimanendo coscienti
del proprio corpo per intero e non di una sola parte, fino a fondere il
proprio corpo con l’esterno.
La scuola di diffuse poi
in Giappone attraverso Dogen (1200-1253) dopo aver ricevuto la
trasmissione delDharma dal Maestro cinese Caodong Rujing (1163 – 1228).
Fa Yen (Hogen Zen)
QuestoDharma si basa
sull’insegnamento del Buddha, secondo il quale i tre regni del desiderio,
della forma, e di ciò che sta di là della forma non sono che creazioni
dell’unica mente e tutti i fenomeni non sono che il prodotto della sua
coscienza.